#23 - L’attenzione: una risorsa preziosa che stiamo perdendo
Eravamo convinti di dominare il regno animale, finché sono arrivati i pesci rossi con qualcosa da insegnarci. Prendiamo l’attenzione. Quella dei pesci rossi dura nove secondi. La nostra? Otto. Capito? Siamo ufficialmente dietro a una creatura che nuota tutto il giorno in un acquario e non ha nemmeno idea di cosa sia un secondo.
E la memoria? Quella è ancora meglio. Si diceva che i pesci rossi dimenticassero tutto in tre secondi. Invece, sembra che ricordino le cose per tre mesi. Non avrebbero problemi a ritrovare la macchina parcheggiata, loro. Anche su questo hanno messo la freccia e ci salutano dal retrovisore. Vogliamo fare qualche prova? Forse è meglio soprassedere.
Eppure, è così. Stiamo perdendo colpi. L’attenzione e la memoria, sorelle inseparabili, si stanno sbriciolando sotto il peso del sovraccarico cognitivo. Una parola tecnica per dire che riceviamo troppe informazioni tutte insieme. Ne abbiamo parlato nell’episodio 16.
Oggi ci concentriamo solo sull’attenzione. Riuscirete ad ascoltare tutto questo episodio senza controllare il telefono? Provateci.
L'attenzione e ciò che rende le nostre esperienze significative
L’attenzione è alla base di una vita di qualità. È ciò che rende le nostre esperienze significative, permettendoci di ricordare, capire e apprezzare davvero quello che facciamo. Pensate alla lettura. Quante volte vi è capitato di fermarvi a metà pagina e rendervi conto che stavate solo guardando le parole? È come se il cervello fosse andato a fare un giro da un’altra parte.
Ma l’attenzione non riguarda solo la concentrazione personale. È anche connessione con il mondo e con le persone che ci circondano. Migliora la nostra comprensione della realtà, ma anche i nostri rapporti interpersonali. Pensate a quanto è irritante parlare con qualcuno che è lì, davanti a voi, ma non c’è davvero. Non vi guarda negli occhi, non ascolta nemmeno metà di quello che dite.
Chiunque può accorgersi di quanto sia calata la nostra capacità di mantenere l’attenzione
Chiunque può accorgersi di quanto sia calata la nostra capacità di mantenere l’attenzione. Non servono ricerche per capirlo e poco importa il numero esatto di secondi che riusciamo a focalizzarci. Il web e i social network sono i principali responsabili di questa distrazione. Scrolliamo migliaia di contenuti, ma cosa abbiamo visto esattamente, non lo sappiamo neanche dire.
E il problema non si ferma al mondo digitale. Questa disattenzione costante si insinua anche nella vita reale. Distrugge conversazioni, momenti di pausa e perfino la capacità di annoiarci, che una volta era il miglior motore per avere idee brillanti.
Per orientare l’attenzione, una pratica molto efficace è la mindfulness
Senza complicare troppo le cose, possiamo distinguere due tipi di attenzione. Una la attiviamo volontariamente, per leggere, pensare e ascoltare. Poi c’è quella involontaria, sempre all’erta per captare stimoli esterni. Queste due modalità sono costantemente in competizione. Gli stimoli esterni cercano di sopraffare la nostra attenzione volontaria, indebolendo la capacità di restare focalizzati.
Ecco perché ci sentiamo in pace quando siamo immersi nella natura. Lì gli stimoli esterni sono pochi, il cervello smette di correre dietro di loro e finalmente si riposa.
Per allenare e potenziare la capacità di orientare l’attenzione, una pratica molto efficace è la mindfulness. Ne abbiamo parlato nell’episodio 15 con Mirko La Bella, psicoterapeuta e docente di mindfulness.
In una società ricca di informazioni l'attenzione diventa una risorsa scarsa
Ma perché è importante riflettere su tutto questo? Certamente per migliorare la qualità della nostra vita, ma anche per i risvolti professionali ed economici che porta con sé.
Come diceva il premio Nobel Herbert Simon già nel 1969, molto prima dell’era del web, in una società ricca di informazioni l'attenzione diventa una risorsa scarsa. Questa intuizione è la base di quello che oggi chiamiamo economia dell’attenzione.
L’economia dell’attenzione pone l’accento sulle strategie di brand, piattaforme e mezzi di comunicazione per conquistare il tempo e l’attenzione degli utenti, monetizzandoli con pubblicità e contenuti. Io, ad esempio, ho iniziato parlando dei pesci rossi non per caso, ma per introdurre l’argomento cercando di catturare la vostra attenzione. Lo ammetto, non ho verificato se abbiano davvero una memoria di tre mesi o un’attenzione di nove secondi. Ma in questo contesto poco importa, il punto è sottolineare quanto stiamo perdendo la capacità di focalizzarci. E se poi, scientificamente, risultiamo superiori ai pesci rossi… sai che vittoria. Il problema resta reale, e riguarda tutti noi.
Che si tratti di comunicare una promozione all’interno del vostro negozio, un messaggio pubblicitario o semplicemente di avere una conversazione, oggi dobbiamo competere con una tempesta di stimoli e distrazioni. L’attenzione è una risorsa rara e preziosa, per la quale siamo continuamente in competizione.
Uno strumento che coglie bene le potenzialità dello storytelling è il podcast
Abbiamo già visto come lo storytelling riesca a catturare l’attenzione delle persone, grazie all’immedesimazione e alle emozioni che suscita. Nel prossimo episodio torneremo a parlare di narrazione con Laura e Cristina, esperte di storytelling revival già incontrate nell’episodio 20. Questa volta però ci soffermeremo sui temi motivazionali.
Uno strumento che coglie bene le potenzialità dello storytelling è il podcast. Diversi studi condotti dalla BBC dimostrano che i podcast sono un medium particolarmente efficace nel mantenere l’attenzione, creando una relazione autentica con gli ascoltatori e, soprattutto, migliorando il ricordo dei contenuti.
Parleremo nel dettaglio di questo tema tra due episodi, quando analizzeremo l’influenza che i mezzi di comunicazione hanno sul messaggio.
Provate a notare quante volte la vostra attenzione viene distratta e da cosa
Per questa settimana, provate a notare quante volte la vostra attenzione viene distratta e da cosa. Ogni volta che tirate fuori il telefono senza motivo, domandatevi: Perché lo sto facendo? Iniziamo con un po’ di consapevolezza.
Se avete voglia di condividere commenti, richieste o suggerimenti potete scrivermi a